A proposito di Formazione Continua
Foreda, negli ultimi anni, si è sperimentata nella formazione continua; su questo tema all’interno dell’associazione più volte abbiamo avuto di confrontarci sul lavoro svolto, sulle criticità incontrate. Proponiamo una sintesi delle riflessioni emerse.
L’ISTAT[1] nota che in Italia i livelli di istruzione, sebbene in aumento, restano sotto la media europea, sia per numero di diplomati che per quello di laureati. La relazione precisa che il 62,2% delle persone tra i 25 e i 64 anni ha almeno il diploma, che è considerato il livello di formazione indispensabile per partecipare con potenziale di crescita individuale al mercato del lavoro (nella UE il 78,7%).
Come per l’istruzione, anche nel segmento della formazione continua, l’Italia ha accumulato dei ritardi. L’OCSE[2], incoraggia la formazione tra le PMI e i gruppi svantaggiati e promuove la cultura della formazione, preparando gli imprenditori, riducendone i costi e la burocrazia, lanciando iniziative mirate ai gruppi svantaggiati. Inoltre sottolinea la necessità di allineare la formazione ai reali bisogni delle aziende, di consolidare e rafforzare il coinvolgimento delle parti sociali. Nel documento si sottolinea come i bisogni di competenze stiano evolvendo rapidamente a seguito dei profondi cambiamenti dovuti alla digitalizzazione e alla globalizzazione. Con l’introduzione delle nuove tecnologie digitali, se il 15,2% dei posti di lavoro potrebbe essere completamente automatizzato, un altro 35,5% verrà profondamente trasformato rispetto alle mansioni che i lavoratori vi svolgeranno. In questo contesto, per mantenere il posto di lavoro o trovarne di nuovi, gli adulti avranno bisogno di aggiornare le proprie competenze durante tutto l’arco della vita lavorativa. La formazione continua deve, pertanto, diventare una priorità per il nostro Paese. Oggi, solo il 20% degli adulti partecipa ad attività di formazione, la metà rispetto alla media OCSE, che è del 40%. Percentuale che scende al 9,5% per gli adulti con competenze basse, il gruppo che ha maggior bisogno di formazione[3].
A fronte di questi dati, la trasformazione che si impone alla società italiana, da qui agli anni venturi, richiede di destinare massicci investimenti nell’istruzione e nella formazione. Sarebbe fatale se, come dopo la crisi del 2009-2011, ci affidassimo ancora una volta ad una crescita centrata sulla speculazione finanziaria, invece che fare perno sulla formazione dell’intera popolazione e sul lavoro come centro di un nuovo ordine sociale. La formazione continua si colloca nel contesto sociale ed economico sia dell’immediato che in prospettiva e ha finalità irrinunciabili da integrare, perché lo sviluppo della persona e lo sviluppo economico procedono connessi l’uno all’altro. La formazione continua interviene su vari segmenti della vita individuale e aziendale in quanto è parte integrante di una visione dello sviluppo economico che richiede persone pienamente consapevoli di sé e capaci di partecipare alla vita collettiva della comunità aziendale e nazionale. Non vi è contraddizione fra sviluppo della persona e sviluppo aziendale che chiede persone in possesso di una visione del futuro personale e sociale. Entrambe insistono sull’incremento delle competenze trasversali: senso di responsabilità, capacità di partecipazione, disponibilità allo sviluppo integrale della propria persona, di adesione alla comunità sociale e di lavoro.
L’apprendimento non formale che avviene nei luoghi di lavoro, oltre ad aiutare la persona a raggiungere le competenze aggiuntive a quelle iniziali per ottenere una posizione lavorativa gratificante e avere una migliore qualità di vita, stimola ad una partecipazione attiva, funzionale al miglioramento delle relazioni sul lavoro e alla produttività aziendale, con una ricaduta più ampia nella vita democratica del paese. Avere consapevolezza del senso del lavoro, viverlo non come una punizione biblica, ma come opportunità di sviluppo e di crescita personale, riduce le frustrazioni e le insoddisfazioni che spesso trovano nella quotidianità lavorativa il motivo del loro insorgere. Il lavoro contiene al proprio interno la possibilità di creare cultura. Perché non è solo atto di sostentamento, di occupazione finalizzata alla produzione di cose utili e tangibili, ma è campo di educabilità, contesto educativo e relazionale privilegiato grazie al quale avviare un processo di negoziazione e attribuzione di nuovi significati al percorso esistenziale. Contribuire allo sviluppo democratico della persona e alla sua piena realizzazione. Impegno e obiettivo della formazione continua, quindi, non è solo favorire la trasmissione di conoscenze e capacità per una specifica professione, ma creare un «legame forte e coeso tra luoghi di formazione e mercato del lavoro, proporre e promuovere modelli di cultura d’impresa, di organizzazione del lavoro, di professionalità e di competenze di qualità superiore che vadano oltre le più classiche competenze soglia». A queste richieste può rispondere solo una formazione, il cui fine ultimo sia «lo sviluppo di un soggetto colto, responsabile e partecipe, capace di saper, saper fare, saper essere e saper agire»[4] .
La formazione continua è lo strumento preferenziale indicato dalla UE per raggiungere l’obiettivo di sviluppare una società basata sulla conoscenza, sullo sviluppo economico sostenibile, su nuovi e migliori posti di lavoro e maggiore coesione sociale. È ovvio che la formazione informale non può sostituire i percorsi formali, ma può diventare lo stimolo per motivare le generazioni non più giovani verso l’apprendimento permanente. La formazione continua si sfida e si confronta con adulti responsabili di quanto apprendono, del modo in cui apprendono e della situazione e del contesto in cui scelgono di realizzare il proprio apprendimento. Richiede la capacità di gestire la propria conoscenza in modo critico[5]. Sono i temi sui quali l’istruzione pubblica, universale e continua ha molte cosa da dire. Già Rousseau aveva avvertito che senza di questa non siamo cittadini, ma servi; non siamo popolo, ma plebe; senza di essa non si governa una società, ma si sottomette una moltitudine.
[1] I dati che utilizziamo provengono dal report https://www.istat.it/it/files/2020/07/Livelli-di-istruzione-e-ritorni-occupazionali.pdf.
[2] Cfr Adult Learning in Italy: what role for Training Funds? 11 marzo 2019
[3] Cfr. https://www.oecd.org/newsroom
[4] E. Frauenfelder, F. M. Sirignano, La formazione delle «human resources». Traiettorie pedagogiche ed orizzonti educativi, Pensa, Lecce, 2013, p. 18.
[5] Cfr. https://www.risorseumanehr.com